La mia storia

Scopri la mia storia

Raccontare la propria storia è un po' come mettersi a nudo davanti al mondo, eppure diventa necessario e naturale quando raccontarsi significa dare qualcosa di sé agli altri che può cambiare il loro percorso così come è cambiato, meravigliosamente e inaspettatamente, il mio. 

Figlio minore di tre fratelli, un fratello di 14 anni e una sorella di 9 anni più grandi di me, ho vissuto la mia infanzia in una famiglia cosiddetta normale. Mio padre ha sempre gestito stazioni di servizio e tutto procedeva naturalmente, senza scossoni. Il mio primo giorno di scuola, a tre anni, avevo pianto tutto il giorno come spesso accade ai bambini così piccoli per via del distacco dalla figura materna, così mia madre decise di ritirarmi dall'asilo e di crescermi a casa fino all'età di cinque anni quando nella nostra famiglia sono giunti i primi terremoti, una serie di circostanze che, per forza di cose, quel bambino ha dovuto cominciare a cavarsela da solo perché le priorità nel mio nucleo familiare erano mutate. Ho messo il turbo alla mia crescita accelerando ancora e ancora ma all'età di 13 anni ho avuto una battuta d'arresto, un ricovero in ospedale di ben 19 giorni causato da un antinfiammatorio che, considerato il mio regime alimentare inadeguato, mi aveva causato un abbassamento di piastrine. Quel ricovero, però, mi ha segnato positivamente accrescendo il mio senso di responsabilità e maturità: il figlio minore di 14 anni aveva decisamente il piglio del fratello maggiore!

A 19 anni il mio primo contatto con il mondo del lavoro: ho incontrato per la prima volta nella mia vita un'azienda di network marketing e mi si è aperto un mondo. Ho svolto quest'attività per due anni conoscendo persone incredibili, poi mio padre mi ha trascinato nella sua attività, gestire una stazione di servizio, per passare a quello che lui definiva un "lavoro serio". Da giacca e camicia sono passato in breve alla tuta della Erg: mio padre mi intestò una la stazione di servizio e inizialmente mi sono divertito trasferendo in un'attività tradizionale quelle conoscenze che avevo acquisito precedentemente. 

L'ho accolta come una sfida: le nozioni apprese nel network marketing funzionavano alla perfezione anche in un'attività comune e i risultati non si sono fatti attendere. Obiettivi che ci aspettavamo in tre anni li abbiamo raggiunti in 14 mesi. La stazione era stata messa a nuovo dopo un periodo di inattività, con un bar nuovo di zecca e dieci dipendenti pronti a partire: l'apertura era prevista il 23 dicembre del 2004 e quella mattina, ricordo ancora, sono schizzato giù dal letto per correre lì, dove poco prima c'era solo un cantiere. Ho guardato la stazione di servizio e ho pensato che non era quello che volevo fare nella mia vita, stavo solo lavorando per realizzare i sogni di mio padre. Sogni concreti, certo, ma non i miei. Ho lavorato con lui per dieci anni ma nel 2007 ho avviato la mia attività di marketing nella ristorazione che è diventata poi nel tempo la mia professione, il restaurant advisor: mi occupo, cioè, di enfatizzazione dell'esperienza del cliente nel mondo della ristorazione. Aiuto i ristoratori a curare ogni dettaglio per ricreare un'esperienza memorabile per i loro ospiti. Questo lavoro, costruito da zero e che amo spudoratamente, è andato così bene che nel 2011 ho riconsegnato le chiavi della stazione di servizio dicendo alla mia famiglia che ora dovevo pensare solo alla mia strada e loro, con mia sorpresa, hanno accolto bene la notizia.

Chiudere un'attività commerciale del genere, però, porta con sé delle conseguenze pesanti e la ripresa non è stata per nulla facile. Sapevo che stavo cominciando un percorso complesso con un lavoro che mi stava dando sì soddisfazioni ma che dipendeva al 100% da me: solo se mi muovevo arrivavano i risultati. Ecco perché ho cominciato ad evolvere in questo campo sfruttando le mie conoscenze teoriche e quelle pratiche. Nel 2012 il primo incontro con l’azienda che allora si chiamava “Lyoness”, una scoperta inaspettata che però non era ancora in linea con le mie idee, così ho sospeso dopo due anni e mi sono concentrato sul mio percorso stringendo collaborazioni con chef stellati, parlando allo Stadio Olimpico davanti a platee enormi di quello che stavo facendo e raccogliendo grandi consensi.

Nel 2017 è successo qualcosa che ha cambiato la mia percezione dell'attuale "Lyconet": ho ricevuto dei bonifici e ho chiamato subito il mio sponsor chiedendo delucidazioni. È emerso che il mio lavoro, che avevo svolto bene, aveva fruttato e venivo premiato per quello che avevo fatto a distanza di tre anni, malgrado non avessi mosso un dito per 3 anni, quella stessa azienda che avevo deciso di abbandonare mi stava riconoscendo i frutti del mio lavoro dimostrando serietà e concretezza aldilà di ogni mia più rosea aspettativa. In quel momento della mia vita, in cui aiutavo i miei clienti con la comunicazione, l'enfatizzazione dell'esperienza, la vendita e tanto altro, mi serviva qualcosa per creare un ulteriore fidelizzazione tra loro e la loro clientela e lì entra in gioco “Lyconet” con “Cashback World. I miei clienti avrebbero avuto il loro brand su delle card da regalare e che potevano creare un ritorno inimmaginabile.

Ho trovato in Cashback World il partner ideale per la mia attività individuando l'opportunità di creare una rete di persone mosse dal mio stesso scopo, fare innamorare le persone del luogo in cui sono stati, con uno straordinario programma di fidelizzazione. Ho iniziato a pensare a come crearla, mi sono buttato tirando dentro e formando le prime persone, dando loro tutto il mio know how, senza timore, perché quella del network marketing è un'attività nella quale se dai tutto ciò che sai alle persone, ti ritorna tutto indietro con dei diritti d'autore come per un romanziere. Ora posso affermare non solo di poter fare quello che ho sempre sognato per la mia vita dando, a mia volta, un futuro migliore ai miei figli e una serenità alla mia famiglia, ma posso dare un'occasione importante anche a chi vuole emergere sganciandosi da un lavoro ordinario che magari non lo rappresenta o non lo appaga del tutto, creando delle entrate automatiche che non dipendono direttamente dal fatto che sei sul pezzo ogni minuto.

Vedo in questa opportunità la possibilità di creare qualcosa che funzioni indipendentemente da me per la mia famiglia ma anche la possibilità di aiutare altre persone che vivono storie simili a quella che ho vissuto io ad avere una seconda incredibile chance per il loro futuro. sté•q•